Italia in ritardo sulla mappatura delle micro zone sismiche
Si è oramai al sesto anno del piano varato nel 2009, con circa 1 miliardo di fondi, finalizzato non solo a mettere in sicurezza gli edifici pubblici ma anche a cofinanziare gli interventi di mappatura di dettaglio da parte dei Comuni. Si chiamano ”micro zone sismiche” — scrive il sito Blitz quotidiano — e prevedono tre livelli di approfondimenti, ma in molti posti non si è arrivati nemmeno alla formalizzazione di uno studio di primo livello che identifichi le aree dove è possibile prevedere un comportamento omogeneo rispetto ai sisma. E, a detta dei geometri, anche Amatrice non avrebbe completato appieno l’iter burocratico per avere il primo livello di microzonazione. ”Siamo al sesto di sette anni del piano, almeno nelle aree ad alta pericolosità sismica bisognava essere ad uno stadio piu’ avanzato”, afferma la geologa Adriana Cavaglia, mentre torna in macchina da Amatrice. Lei è la coordinatrice dei rapporti tra il Consiglio nazionale dei geologi e la Protezione civile. Tra loro c’è una convenzione e ci sono già 80 geologi formati proprio a questo scopo, pronti a scendere in campo in coordinamento con gli altri professionisti: ingegneri, architetti, geometri. ”Ad una prima valutazione – sostiene – ad Amatrice c’è stato un effetto di amplificazione del sisma dovuto proprio al terreno soffice che ha trasferito gli effetti sulle strutture”. Che l’Italia sia indietro nella mappatura geologica del territorio lo dice anche il segretario generale dei geologi, Arcangelo Francesco Violo: ”Bisogna completare anche la cartografia geologica, istituire il Fascicolo del Fabbricato, riqualificare l’intera filiera delle costruzioni”. Ad esempio per la cartografia geologica, c’è il progetto Carg. Avviato nel 1988 prevede la realizzazione di 652 mappe in scala ma fino ad oggi ne sono state fatte 255, il 40%.
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